lunedì 18 agosto 2014

Come PREVENIRE e CURARE la PROSTATA !

COME PREVENIRE e CURARE la 

PROSTATA !








Il possibile ingrossamento di questa ghiandola, ovvero l’ipertrofia prostatica, comprimendo l’uretra ne restringe l’orifizio d’uscita; ciò provoca il direttorallentamento del flusso delle urine (minzione) che potrà dare origine allo sviluppo di sintomi ostruttivi (o evacuativi). Tale sintomatologia può essere in breve così riassunta. Presenza di flusso scarso: il flusso delle urine è meno vigoroso, raggiunge solo una breve distanza e qualche volta si interrompe; esitazione: necessità di attendere prima che l’urina inizi a fluire (minzione ritardata); gocciolamento finale: il flusso continua a fluire dopo che la fuoriuscita principale è terminata, a volte con piccoli gocciolamenti o spruzzi (occasionalmente viene emesso anche un secondo consistente volume di urina chiamato “pis en deux”); infine si ha lo svuotamento incompleto, che consiste nella permanenza della sensazione che ci sia ancora dell’urina nella vescica.




La condizione che più comunemente provoca ostruzione è la stenosi uretrale, cioè una stretta zona cicatriziale che può formarsi ovunque tra la prostata ed il pene. Essa può manifestarsi a qualsiasi età, ma è particolarmente sospettata se un soggetto presenta sintomi prostatici già in età giovanile.
Oltre ai sintomi ostruttivi sopra descritti, si possono sviluppare anche sintomi irritativi. Questi fenomeni sono legati principalmente ad un anomalo breve lasso di tempo tra due minzioni successive (frequenza); alla necessità di interrompere il sonno per orinare (nicturia) ed all’incapacità di trattenere la vescica una volta avvertito il primo stimolo (urgenza) che può portare alla perdita di urine (incontinenza). I sintomi irritativi possono portare inoltre ad una sensazione di vescica non completamente svuotata, sebbene essa sia effettivamente vuota.




A volte l’ipertrofia prostatica può rendere quasi improvvisamente incapaci di urinare; la vescica si riempie completamente e provoca parecchio dolore. In questo caso si parla di ritenzione acuta delle urine. Una ritenzione di urine non dolorosa può manifestarsi anche per mesi, se non per anni divenendo a questo punto cronica (ritenzione cronica). Se la vescica non riesce a svuotarsi normalmente, le urine rimaste possono formare cristalli che poi si infettano o si trasformano in calcoli vescicali che durante la fase della loro espulsione provocano una forte sensazione di bruciore (disuria).






Un altro problema è collegato all’infiammazione della prostata (prostatite acuta o cronica) che deriva da infezioni o da altre cause. E’ un fenomeno comune e diffuso a qualsiasi età che a volte provoca sintomi simili alla cistite, cioè bruciore all’atto di urinare e, negli uomini anziani, può provocare un peggioramento improvviso dei sintomi prostatici. Sintomi simili a quelli della prostatite sono causati da una condizione chiamata prostatodinìa, che deriva probabilmente da uno spasmo del muscolo prostatico.



In parecchi casi infine, sempre soprattutto negli uomini in età avanzata, la prostata si ingrossa con il passare degli anni. Questo ingrossamento benigno (non canceroso) viene chiamato iperplasia prostatica benigna (IPB) o adenoma prostatico.

La prostata è anche uno di quegli organi dove può insorgere un tumore (carcinoma prostatico) la cui origine è diversa ed indipendente da quella dell’adenoma prostatico. Anche la sua localizzazione è diversa, infatti per l’adenoma la sede è la prostata intrasfinterica, mentre per il carcinoma è la prostata extrasfinterica. Il carcinoma prostatico si sviluppa infatti normalmente nella parte esterna della ghiandola, senza quindi bloccare subito l’uretra. Va detto che molti soggetti affetti da carcinoma prostatico, sviluppano però anche un adenoma e spesso sono proprio i sintomi associati all’iperplasia che portano alla scoperta della formazione cancerosa.



LA PROSTATA IN RAPPORTO ALL’IRIDOLOGIA COSTITUZIONALE ORGANICA

Topografia. Nell’iride, l’area riflessa della prostata, viene collocata nella topografia anulare all’interno dell’anello ghiandolare (o umorale) a ridosso qundi del bordo della corona (BC) e settorialmente indicata nell’area prossima alle ore 5 nell’iride di destra (140° circa) e alle ore 7 nell’iride di sinistra (220° circa).

Le Costituzioni. Nella classificazione costituzionale classica i segni iridologici (patografie e patocromie) che possono indicare la presenza di possibili tendenze patologiche a carico della prostata, pur riscontrabili nelle tre diverse tipologie costituzionali, sono però maggiormente evidenziabili nella costituzione Linfatica ed in quella Mista (o Epato-Biliare) dove i segni di destrutturazioni tessutali e di discromie risultano maggiormente osservabili. Nella costituzione Ematogena infatti, la struttura spugnosa e vellutata del tessuto irideo connessa con la scarsa visibilità dei segni succitati, obbliga l’osservatore ad una più accurata e difficile interpretazione delle depigmentazioni (schiarimenti) o degli ispessimenti cromatici (scurimenti) presenti nell’iride.





Le Disposizioni. Le possibili indicazioni di problematiche prostatiche possono essere riscontrate, a vario livello, pressoché in tutte le disposizioni. E’ comunque sempre importante sottolineare che ogni segno iridologico osservato, non va mai interpretato come fine a se stesso, ma deve essere sempre correlato ad altri segni eventualmente presenti, in particolare nelle aree perifocali e più in generale nell’intera superficie iridea e nella sclera.





Disposizione ghiandolare debole: la presenza di numerose lacune localizzate attorno al bordo della corona (BC) e precisamente nella sede di proiezione iridea delle ghiandole endocrine che caratterizza questo tipo di disposizione, può rappresentare una debolezza generale del sistema endocrino e quindi un mancato equilibrio del sistema ormonale che nella fattispecie si può concretizzare in un’ipofunzionalità della ghiandola prostatica.

Disposizione tubercolinica: per la particolare strutturazione di questo tessuto fibrillare ordinato “a capello pettinato”, attraverso la possibile presenza di fibre algiche (o irritative) ovvero di piccole trasversali (anche vascolarizzate) nell’area riflessa della prostata, può essere particolarmente evidenziato lo stato di infiammazione acuta o sub-acuta ad essa relativo (prostatite acuta).





Disposizione connettivale debole: l’alterazione spaziale delle fibrille connettivali che costituiscono questo stroma irideo, con zone di addensamento e zone di scarsità di fibre, può evidenziare in area prostatica ed all’interno delle destrutturazioni, aree di ipopigmentazione e particolare diradamento. Questi segnali potrebbero indicare un indebolimento funzionale ed uno stato di infiammazione sub-acuto che, se prolungato nel tempo, indurrebbe una debilitazione delle difese organiche e del tessuto sul quale si stabilisce (prostatite cronica).

Disposizione neurogena: nelle iridi come queste, dove le fibre appaiono molto tese e stirate, la riscontrabile presenza di una lacuna settoriale posizionata nell’area riflessa della prostata, potrà suggerire un’importante ipofunzionalità ghiandolare ad essa correlata; è infatti risaputo che un solo segno presente nell’iride aumenta la propria valenza diagnostica. In questa disposizione è particolarmente facile notare, se presenti, macchie bianche o nuvole che cambiano di colore fino al grigio e che possono indicare uno stato si flogosi (anche cronica) nell’organo corrispondente.

Disposizione vegetativo-spastica: queste iridi presentano una trama alterata per la presenza di anelli concentrici e di fenditure radiali dovute a stati di contrazione dei muscoli iridei. Tali alterazioni possono essere indice di una perturbazione degli oligoelementi che controllano gli impulsi neuro-muscolari. I soggetti con caratteristiche vegetativo-spastiche manifestano spesso spasmofilia e varie disfunzioni correlate ad un sistema parasimpatico e ortosimpatico vulnerabile; per tale motivo essi potrebbero essere predisposti a spasmi anche a carico del muscolo prostatico (prostatodinia). Le condizioni causate da uno spasmo muscolare sono spesso aggravate dall’ansia e dallo stress, più facilmente riscontrabili probabilmente in corrispondenza di difficoltà lavorative.





Le Diatesi. Anche in alcune diatesi è possibile riscontrare la presenza di segni indicatori per eventuali problematiche prostatiche.

Diatesi essudativa o biotipo idrogenoide: si trova tra le iridi linfatiche e miste e si distingue per la presenza di tofi alla periferia dell’iride. Molto importante è osservare l’eventuale spostamento dei tofi verso il centro dell’iride ovvero il loro allineamento. Sono segnali di aggravamento della stasi e degli accumuli patologici nell’area di riflesso interessata dall’anomalia (es. corrispondenti all'area della prostata). In tal caso può esservi indicazione di possibile predisposizione alla degenerazione tissutale anche di tipo tumorale (es. carcinoma prostatico) e ciò soprattutto se tali segni risultano essere perifocali ad altri segni degenerativi (quali per esempio pigmenti melaninici, cripte e difetti), che ne aumentano la valenza diagnostica.

Diatesi urica o acida: in queste iridi compare uno schiarimento diffuso all’esterno del bordo della corona. L’insieme dell’iride appare ricoperto da un colore bianco-giallastro che rende tutto più chiaro e brillante. E’ questa la rappresentazione dell’accumulo di acido urico ovvero dell’acidosi tissutale. Nel metabolismo dei processi tumorali, l’alterazione dell’equilibrio acido-base svolge un ruolo primario, con formazione di acido lattico. La caratteristica iridologica relativa sarebbe la comparsa di tossiemia che viene definita acidosi. Un tessuto divenuto “acido” risulta infatti fuori dal controllo fisiologico e quindi soggetto ad infiammazioni ed alterazioni di ogni genere, fino alla degenerazione ed alla formazione di tumori maligni. I segni iridologici presenti pertanto nell’area riflessa della prostata in un iride con tale diatesi, andranno valutati con particolare attenzione e sensibilità.

Diatesi discrasica: le numerose macchie e pigmenti di diverse tonalità presenti in quest’iride, indicano un’alterazione causata dal sovraccarico di tossine presenti nel sangue, nella linfa e nel tessuto connettivo. Secondo p. E. Ratti, le possibili patologie prostatiche possono essere segnalate dalla comparsa di nuvole o macchie bianche che cambiano di colore fino al grigio in caso di flogosi cronica, mentre linee e macchie scure stanno ad indicare una ipofunzionalità dell’organo. Secondo S. Rizzi, le discromie di tonalità rosso arancio, soprattutto se di natura topostabile, sono conseguenti ad alterazioni delle ghiandole germinali e della prostata. Per altri autori (L. Birello-D. Lo Rito), la presenza di una macchia in sede prostatica, rappresenterebbe la disfunzione della ghiandola per conseguenza di un’alterazione dell’organo corrispondente al colore, nonché la possibile formazione di noduli ovvero di calcificazioni a livello prostatico.





Oltre ai segni già descritti nell’ambito dell’iridologia costituzionale organica in relazione alle possibili tendenze patologiche della prostata, la semeiotica dell’iride definisce e connota altri segni che possono risultare presenti nelle varie categorie iridologiche.

La Pupilla. La relazione tra prostata e pupilla può essere messa in evidenza quando in quest’ultima si viene a determinare un appiattimento corrispondente alla sede prostatica. Tale appiattimento risulta direttamente connesso inoltre con l’area riflessa del segmento rachideo compreso tra D11 e L1, ma anche D6-D7 in quanto collegamento nervoso con stomaco e pancreas (in MTC).

Altra correlazione può manifestarsi in caso di fuga pupillare opposta all’area topografica della prostata soprattutto se in questa sede compare la presenza di una macchia.

L’Orlo Pupillare Interno (OPI). Diatesi diabetico-gonadica: dal punto di vista delle relazioni iridologiche, secondo gli studi condotti in questo campo da V. Di Spazio, questa diatesi si caratterizza per la presenza di segni iridei in corrispondenza delle aree: gastrica, tiroidea e pancreatica. La diatesi di origine è modulata dalla morfologia dell’OPI (ipertrofica, ipotrofica, parzialmente atrofica e atrofica).

Le relazioni embriogenetiche in questa diatesi, sono collegate con possibili endodermopatie (predominio del foglietto endodermico) e la morfologia associata dell’OPI indica la connessione embriogenetica diatesica. Le relazioni energetiche e organoviscerali sono connesse a stomaco e loggia splenopancreatica (costituzione Terra in MTC). Nelle relazioni psicosomatiche il rapporto con il cibo è di tipo conflittuale amore), anoressia, bulimia nervosa, riflessione e rimuginìo (MTC). Le relazioni endocrine sono invece riferite alle ghiandole: ipofisi, tiroide, mammaria, pancreas, gonadi e prostata, mentre le relazioni cliniche sono collegate all’apparato urinario e prevedono lo sviluppo di possibili problematiche quali: enuresi, pollachiuria e turbe prostatiche.

Le relazioni oligoterapiche infine, prevedono l’utilizzo degli oligoelementi Zinco-Rame (sindrome gonadica e prostatica) e Zinco-Nichel-Cobalto (sindrome pancreatica).

Il Bordo della Corona (BC). Il segno iridologico che a questo livello indica possibili correlazioni con la prostata, è riferito alla colorazione stessa del BC che in corrispondenza dell’area riflessa della ghiandola, risulta essere bianco e la cui struttura morfologica, nella medesima sede, appare rigonfia.


Altri segni iridologici singoli. Patografie: in linea di massima sappiamo che la comparsa di lacune nel tessuto irideo, indica debolezza funzionale dell’organo o dell’apparato corrispondente. La lacuna in zona prostatica, indicherà pertanto, in generale, debolezza funzionale della ghiandola, mentre nell’anziano potrà indicare la tendenza all’ipertrofia ovvero alla formazione di noduli prostatici. La presenza di fibre algiche o irritative interne alla camera ogivale potrà far deporre a favore dell’attivazione di un processo patologico importante. Come già detto, citando p. Ratti, radiali irritative o piccole trasversali accompagnate da macchie bianche o nuvole indicano infiammazione acuta oppure cronica (se il colore delle discromie tende verso il grigio); la combinazione di segni di difetto accompagnati da pigmenti melaninici, cripte e trasversali, potranno invece essere presenti in caso di tendenza a neoplasie (carcinoma prostatico).

Patocromie: così come per Rizzi, anche per P. Fragnay è possibile collegare in un’iride linfatica a trama fitta, la presenza di una zona pigmentata di colore rosso (posizionata in area ciliare a ridosso del settore specifico), con la possibile tendenza alla formazione di un adenoma prostatico; nel mentre in un iride ematogena, l’autore francese, collega la presenza di una destrutturazione dello stroma di forma poliedrica e di colorazione marrone-nerastra (con eccessi di pigmenti scuri), allo sviluppo di un possibile tumore prostatico. Altri autori, a questo proposito, descrivono invece una macchia metabolica di forma geometrica trangolare o quadrata con attorno un alone infiammatorio o di depigmentazione, posizionata nell’iride di destra a ore 4 circa.

La Sclera. Come già detto, anche i segni sclerali possono fornirci ulteriori informazioni nella valutazione del quadro iridologico complessivo; analizziamo ora quelli che, a questo punto dell'osservazione, possono maggiormente offrirci particolari indicazioni suppletive.

Vaso adduttore: vena sclerale ascendente. In questo caso è bene osservare con la massima attenzione il settore corrispondente nell’iride (es. prostata).

Vaso tangenziale: è parallelo e tangenziale alla circonferenza dell’iride e rileva con la sua presenza patologie croniche degli organi interessati. Il suo valore diventa più importante quanto più è vicino al margine irideo (es. area della prostata). La scuola tedesca con R. Schnabel lo attribuisce anche a possibili predisposizioni neoplastiche.

Vaso di compressione o ad arco pressorio: vaso di diverso spessore, ad andamento lineare o tortuoso, spesso curvato ad arco con angolo variabile, frequentemente acuto e puntato verso l’iride. Secondo l’ubicazione può segnalare patologia in atto. L’apice dell’angolo indica la sede della patologia (es. area della prostata).

Vaso a forchetta: è in relazione con il settore compreso nel suo raggio di proiezione (es. prostata). Secondo le osservazioni di p. Ratti più i rami sono vicini all’iride più hanno significato di trauma o di neoplasia.





LA PROSTATA IN RAPPORTO AGLI ASPETTI PSCHICI E METAFISICI

Una possibile lettura è quella legata alla funzione di “ponte” che questa ghiandola mantiene fra il corpo umano e il centro di energia (chakra) del sacro, ovvero il centro del “potere creativo”.

I problemi alla prostata sono particolarmente frequenti in individui di età avanzata e indicano alla persona, che si lascia disturbare da una situazione in cui prova un senso di impotenza e dove vi è stata la perdita del controllo diretto; a questo punto egli diventa un uomo “stanco della vita”.

Queste turbe prostatiche indicano l’incapacità a mantenere tutto sotto controllo e mostrano quanto sia utile lasciar andare le vecchie situazioni per poter “creare qualcosa di nuovo”. A questo senso d’impotenza viene spesso associata una significativa riduzione della libido, quale riflesso di ciò che accade nell’interiorità. La lezione da imparare in questo caso è quella di riprendere contatto con il potere di “creare” la vita. Smettere cioè di credere di essere meno potenti e meno capaci di “generare” qualcosa di nuovo. Viene data cioè l’occasione per utilizzare tutte le forze emozionali e mentali fin qui sviluppate, per creare qualcos’altro e per permettersi di lasciarsi aiutare magari da qualcuno più giovane. Decidere di delegare ad altri, diventa in questo caso un atto di saggezza.


Un’altra interpretazione suggerisce invece, come le problematiche prostatiche possano derivare dalla differenziazione con cui i due sessi espletano le rispettive funzioni fisiologiche: i maschietti utilizzando il membro come un attrezzo sportivo (in un atto di ostentata virilità), le femminucce in un atteggiamento umile (rilasciando l’urina ripiegate su se stesse). Tale differenziazione, destinata a diminuire con l’avanzare dell’età, indica ai maschi che si stanno avvicinando al sesso debole. Attraverso la loro impossibilità di liberarsi della propria urina formando uno “splendido arco” (che poteva simboleggiare l’andare lontano, anche nella vita), arrivano a vivere una situazione tipica delle donne. L’organismo, riducendo la potenza del flusso, indica chiaramente una convergenza verso il polo femminile. E’ allora lecito pensare che il proprio compito, che consiste nell’avvicinarsi al polo femminile (l’anima), si manifesti troppo rapidamente e che il corpo sia costretto a vivere quello che la psiche cerca invece di allontanare da sè.





Il sintomo indica quindi anche il compito da svolgere: l’uomo deve rinunciare alle proprie grandi fantasie. Il corpo rende il soggetto sincero e lo costringe a riconoscere che con il suo membro virile non può più andare “così lontano”. Al tempo stesso si delinea chiaramente l’altra parte del compito, che consiste nell’avvicinarsi simbolicamente al polo femminile sviluppando in sé il proprio opposto e ciò non tanto sul piano del flusso dell’urina, quanto invece su quello dell’irradiazione psico-spirituale.

LA PROSTATA IN RAPPORTO ALLA NUOVA MEDICINA GERMANICA

L'interpretazione simbolica correlata alle possibili patologie prostatiche che R.G. Hamer offre nella sua "Nuova Medicina Germanica", origina dalle due principali funzioni biologiche di questa ghiandola. Essa da una parte contiene infatti un antisettico naturale che può ripulire le vie genitali e dall’altra presiede alla funzione genitale permettendo, anche all’uomo in età avanzata, di rimettere in moto la macchina della riproduzione in caso di necessità. Sulla base di queste due funzioni, come afferma Hamer, due tipi di conflitti sono possibili. Il primo è il cosiddetto conflitto da sessualità impropria, ovvero legato ad una sessualità non nella norma ed è relativo alla vita di coppia, ad un partner che si “comporta male” ed in modo spiacevole; il secondo è un conflitto “semi-genitale” connesso a qualche cosa che l’individuo vive in modo vile ed abbietto. “Semi-genitale”, precisa Hamer, significa che il “centro di gravità” del contenuto del conflitto non è esclusivamente correlato all’area genitale in senso proprio, ma che la tematica genitale agisce come una “musica di accompagnamento”, il che distingue questo conflitto da quelli prettamente sessuali.






UN NUOVO VALORE SIMBOLICO DELLE PATOLOGIE PROSTATICHE

Esiste un'altra possibile interpretazione delle patologie prostatiche, in particolare per quelle concernenti l’ipertrofia e l'iperplasia (IPB). Si è visto come l’ingrossamento della prostata (sia esso dovuto ad un’ipertrofia, ad un adenoma ovvero, in alcuni casi, anche ad un fenomeno neoplastico), induca a sintomi collegati in primis alla difficoltà di minzione accompagnata da sindrome dolorosa (il canale uretrale viene infatti compresso impedendo di fatto il regolare deflusso dell’urina). Osservando le leggi di natura è possibile risalire, al significato simbolico che tale sintomatologia esprime. Le leggi di natura insegnano che gli animali più evoluti nel momento in cui accertano che un determinato territorio garantisce loro tutte le condizioni fondamentali per la sopravvivenza (mangiare, bere, difendersi, riprodursi ecc.) procedono per prima cosa alla definizione dello spazio vitale prescelto, “segnando” ovvero “marcando” il terreno che da quel momento cessa di essere un’area indifferenziata per diventare il “loro territorio” (natura docet).

Seguendo allora il linguaggio del corpo, che sappiamo essere sempre in grado di portare l’attenzione del soggetto sulla causa reale e primaria che sottende alle problematiche fisiche, potremmo interpretare ogni sintomo (in questo caso le turbe prostatiche), come una manifestazione del corpo che dice (a volte urla) quanto la persona stia vivendo un problema legato all’incertezza di mantenere il controllo sul proprio spazio vitale. Ciò può accadere per motivi diversi e di varia natura; è però certo che l’atteggiamento conflittuale con cui il soggetto reagisce a tale problema sia riconducibile al cosiddetto “conflitto di territorio”.





Una possibile conferma a questo diverso piano di lettura, 

oltre ad una confortante casistica clinica, è stata offerta anche dall’interpretazione che il dottor Lo Rito affida, nel suo lavoro sullo SpazioRischio psichico, allo “spazio 23” (settore iridologicamente individuato a 148,2° - 152,6° e quindi correlato con il segmento rachideo lombare e con la ghiandola prostatica). 
L’interpretazione dello “spazio 23”, secondo Lo Rito, indica infatti: “aggressività con sensazione di impotenza; non ci si sente mai completamente cresciuti, si ha sempre paura per la propria attività o carriera. E’ in primo piano il rapporto con se stessi e con gli altri”. Estendendo tali concetti, potremmo meglio interpretare questa "aggressività con sensazione di impotenza", come la naturale aggressiva autodeterminazione che l’animale pone in essere nel momento in cui si trova costretto a dover difendere “eroicamente” il suo territorio, per determinare all’interno di esso, se stesso ed il proprio diritto alla vita. Ma anche quando questo necessario atto vitale fosse portato a compimento, l'interazione con gli altri individui della specie, se non perfettamente controllata ed equilibrata, costringerebbe l’animale a vivere in un continuo stato di allerta (ovvero ad avere "sempre paura per la propria attività o carriera"). Questa considerazione porterebbe alla logica conclusione secondo la quale ciò che maggiormente conta per questo individuo (onde evitare di soccombere), è la capacità di mantenere in uno stato di costante e perfetta “efficienza reattiva” i propri “sistemi”, il proprio rapporto con se stesso e quindi con gli altri (meglio prevenire che curare). Se questo stato di efficiente reattività dovesse però modificarsi o addirittura cessare, è molto probabile che lo stesso possa sviluppare, nel corso del tempo, una o più patologie tra quelle precedentemente descritte ed inerenti tale conflitto.







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