mercoledì 27 marzo 2019

OMOCISTEINA ALTA:

 CAUSE, RISCHI E ALIMENTI CONSIGLIATI PER ABBASSARLA




Omocisteina alta, cosa fare ? Tutti conoscono il colesterolo  come possibile fattore di rischio per alcune delle malattie in cui frequentemente si incorre in questi tempi ma pochi sanno che c’è un altro marker altrettanto importante. Si tratta dell’omocisteina, un aminoacido che se raggiunge livelli troppo alti nel sangue può far insorgere diversi problemi di salute.
Proprio come il colesterolo, gran parte dell’omocisteina che circola nel nostro corpo deriva dal metabolismo dei cibi che assumiamo, in particolare dalle proteine di origine animale. L’alimentazione, spesso carente di alcune vitamine (soprattutto quelle del gruppo B) e uno stile di vita sedentario magari associato a brutti vizi come quello del fumo, o a un abuso di sostanze come alcool e caffè aggravano la situazione. Ma anche fattori genetici, l’inquinamento ambientale, farmaci e alcune malattie metaboliche eventualmente presenti possono andare ad incidere sul metabolismo dell’omocisteina.


l problema è che, di un’eventuale situazione di squilibrio, è difficile accorgersi visto che non appare inizialmente alcun sintomo. Piano piano però l’aminoacido in eccesso va a danneggiare le pareti dei vasi sanguigni e può far comparire in primis malattie di tipo cardiovascolare. Troppa omocisteina però è stata associata anche alla comparsa di altre patologie come Alzheimer, fratture ossee, artrite, demenza senile e durante la gravidanza può portare a malformazioni fetali.
L’unico modo per valutare il livello di omocisteina ed eventualmente intervenire è far controllare i valori attraverso specifiche analisi del sangue. Il range entro cui bisogna rientrare è stato stabilito dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), si parla di 13 micro moli per gli uomini, 10,1 per le donne e 11,3 per bambini sotto i 14 anni. Nel caso il prelievo evidenzi valori più alti è bene intervenire subito modificando l’alimentazione.

ALIMENTI CONSIGLIATI E SCONSIGLIATI

C’è un sistema abbastanza semplice per trattare i casi di iperomocisteinemia: assumere molto acido folio (B 9 ) Questo perché a livello metabolico l’omocisteina si forma a partire dalla metionina (aminoacido particolarmente presente nelle proteine animali) ma se vi sono sufficienti folati nel sangue la situazione riesce a rimanere equilibrata. Via libera dunque a tutti gli alimenti ricchi di acido folico, in particolare verdure a foglia verde, crucifere, frutta che andrebbero consumate il più possibile crude o leggermente cotte a vapore in quanto l’acido folico è una vitamina che con le alte temperature tende a disperdersi. QUI trovate tutti gli alimenti che ne contengono di più. L’ideale è, come viene consigliato ormai da ogni medico o nutrizionista, mangiare almeno 5 porzioni di frutta e verdura ogni giorno

Può essere importante associare ad un maggiore apporto di acido folico anche un po’ di B 12  in più, un'altra vitamina del gruppo B fondamentale in quanto supporta e sostiene il lavoro della B9. Se proprio non si riesce ad arginare la situazione di eccesso di omocisteina con l’alimentazione, il medico potrebbe consigliare anche un’integrazione quotidiana di 0.5 mg di acido folico.
In caso di iperomocisteinemia è bene ridurre il consumo di proteine animali (in particolare carne rossa, concesso invece il pesce) scegliendo piuttosto proteine di origine vegetale come i legumi.


lunedì 11 marzo 2019

Milioni di persone soffrono di dolori dovuti alla Sciatica

Ecco come liberarsene una volta per tutte !






Secondo gli esperti la  CURCUMA  è un ottimo alleato contro la Sciatica

Ancora in pochi sanno che dei recenti studi hanno dimostrato come alcune erbe siano un’ottima alternativa naturale per guarire dalla sciatica.
Secondo molti esperti, un ingrediente attivo della curcuma, la  curcumina può essere utilizzato come tonico per ridurre al minimo l’infiammazione cronica.
Uno dei modi migliori per assumere la  curcuma è riscaldarla nel latte (in alternativa anche del latte vegetale) con dell’ olio di cocco  e un po’ di pepe.




Curiosità: la piperina, presente nel pepe nero, aiuta ad assorbire le sostanze nutrienti in modo più efficace. Gli integratori di capsule di curcuma e curcumina sono un’ottima alternativa per un assorbimento ottimale e un sollievo più veloce.
Potresti anche consumare la curcuma come un tè caldo, oppure usarla in cucina come condimento nei tuoi piatti. Anche in questo caso i benefici sono garantiti


La CURCUMA abbassa i livelli degli enzimi che alimentano l’infiammazione

La curcuma contribuisce ad alleviare il dolore alla sciatica e il gonfiore perché abbassa i livelli di alcuni enzimi che alimentano l’infiammazione.
Generalmente, Il dosaggio suggerito per un adulto sano sono 300 mg di curcuma, da prendere tre volte al giorno per aiutare ad alleviare dolore e infiammazione. 
( In caso di assunzione di farmaci potrebbe essere necessario regolare il dosaggio)



Tieni presente che gli integratori di curcuma spesso contengono la bromelina, un potente antinfiammatorio.
La curcuma è stata utilizzata nella medicina ayurvedica per molti secoli come trattamento contro l’artrite per via della sua efficacia nel ridurre l’infiammazione (che è spesso la causa principale del dolore lombo-sacrale e/o sciatica).

La curcuma è meglio degli nsaid (farmaci anti-infiammatori non steroidei, di cui l’aspirina è l’archetipo)


COX-1 e  COX-2 sono gli enzimi che iniziano il processo infiammatorio. COX-1 è considerato “l’enzima buono” perché esegue un “ruolo di mantenimento” nei dintorni dell’infiammazione e mantiene la mucosa dello stomaco. COX-2 è invece l’enzima responsabile nell’aumento dell’infiammazione.



I farmaci antinfiammatori  non steroidei  ( fans ), che includono l’aspirina, ibuprofene e naprossene, non agiscono in modo selettivo, andando a inibire entrambi gli enzimi COX-1 e COX-2 per fermare l’infiammazione. Così facendo questi farmaci vanno a intaccare l’equilibrio mantenuto dagli enzimi COX-1.

A lungo andare questo squilibrio porterà a dei seri problemi di stomaco, ecco perché l’uso di qualsiasi farmaco deve essere sempre parsimonioso e ponderato.


Ciò che rende unica la curcuma è che essa agisce in maniera selettiva perché inibisce soltanto gli enzimi COX-2.
Le case farmaceutiche da anni cercano di creare in laboratorio un farmaco con questa capacità d’inibizione selettiva degli enzimi COX-2. Se esiste in natura un qualcosa con le suddette capacità, perché ostinarsi con dei farmaci costosi e dagli innumerevoli effetti collaterali?
Per fortuna, la Curcuma è la soluzione più adatta al tuo corpo…
e anche al tuo portafoglio !

Il migliore integratore di CURCUMA è :

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sabato 9 marzo 2019

Microorganismi e batteri lattici: 

due preziose risorse per la salute dell’intestino



I probiotici aiutano a ripristinare l'equilibrio della flora intestinale alterato da stress e cattive abitudini alimentari.




Il nostro apparato digerente è un sistema complesso abitato da un insieme variegato di batteri comunemente chiamato microbiota. Lo stress e le cattive abitudini alimentari possono influire sul nostro benessere intestinale alterandone l’equilibrio. Ci sono però alcuni microrganismi benefici, denominati probiotici e fermenti lattici che possono aiutarci a mantenere in salute il nostro intestino.



Probiotici, i microrganismi vivi che aiutano la salute
La definizione scientifica di probiotico si è evoluta nel tempo ma, attualmente, include microrganismi vivi che, somministrati in quantità adeguate, apportano un beneficio alla salute dell’individuo. 




Tali microrganismi, per essere promossi a probiotici, devono avere alcune caratteristiche specifiche, come la capacità di aderire alle mucose del nostro intestino interagendo con la comunità microbica già presente. 























L’interazione tra la flora intestinale residente e i probiotici rappresenta un elemento chiave per l’azione di questi microrganismi, che riescono a contrastare la crescita di batteri potenzialmente patogeni.


Le numerose specie batteriche dei probiotici
Nel
 gruppo dei probiotici possiamo trovare numerose specie batteriche, tra cui il Bifidobacterium, ma anche alcuni lieviti, come Saccharomyces boulardii, che hanno mostrato un’azione benefica verso le mucose intestinali. Molti di questi microrganismi sono anche batteri lattici. I batteri lattici sono così denominati poiché fermentano alcuni zuccheri, come il lattosio, producendo acido lattico.





 I primi studi relativi alle potenzialità benefiche di questi fermenti in ambito umano sono stati svolti più di cento anni fa dal premio Nobel Elie Metchnikoff, che definì il loro ruolo in ambito intestinale. 




Oggi questi microrganismi sono comunemente integrati, grazie alle loro qualità positive per l’intestino, in molti alimenti come yogurtlatticini e derivati


Tra i batteri lattici più conosciuti troviamo i generi LactobacillusLactococcus e Streptococcus.








Benefici per l’intestino ma non solo...
probiotici e i fermenti lattici, grazie alla loro azione riequilibrante, sono un’ottima risorsa in caso di disturbi intestinali di varia natura. La diarrea è uno dei disagi enterici più frequenti e può essere causata da molteplici fattori, tra cui infezioni e cure antibiotiche intense.






 Numerosi studi hanno confermato l’efficacia di alcuni fermenti lattici o probiotici come il Lactobacillus acidophilus,  il Lactobacillus bulgaricus e il Bacillus clausii, nel ridurre la durata e l’intensità della diarrea acuta.





 Le virtù terapeutiche dei probiotici sembrano estendersi ad altri organi oltre all’apparato digerente. Le infezioni vaginali, le allergie e il sovrappeso sono alcune delle patologie in cui l’impiego dei probiotici è in fase di studio e potrebbe aprire nuovi percorsi clinici. Intanto, se il nostro intestino ci invia un SOS, sappiamo come rispondere!

La migliore risposta è ACIDOPHILUS PLUS  NeoLife
























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I probiotici sono microrganismi vivi che - somministrati nelle giuste dosi - possono avere effetti benefici sulla nostra salute, favorendo l’equilibrio del microbiota (flora batterica) normalmente presente nel nostro organismo. È risaputo che questi microrganismi hanno un ruolo terapeutico in caso di sintomi gastroenterici, tuttavia svolgono anche altre funzioni all’interno del nostro corpo:
  • proteggono la flora intestinale dai batteri patogeni;
  • producono vitamine;
  • facilitano l’assorbimento di nutrienti;
  • sostengono il sistema immunitario;
  • proteggono la barriera intestinale dalle aggressioni.
Un aiuto al sistema immunitario
I probiotici svolgono anche importanti funzioni a livello del sistema immunitario, infatti migliorano la funzione del tessuto immunitario presente nell’intestino in grande quantità; in particolare:
  • potenziano i meccanismi di difesa della mucosa;
  • migliorano la comunicazione con le cellule, attraverso segnali chimici;
  • modulano la risposta immunitaria locale e sistemica;
  • riducono l’infiammazione.
I probiotici hanno un’importante azione protettiva nei bambini
Specialmente nei neonati e nei bambini i probiotici svolgono un’importante azione protettiva. Una corretta alimentazione, insieme all’assunzione dei probiotici può aiutare a mantenere l’intestino in salute, a produrre e assorbire nutrienti essenziali per la crescita, a rispondere meglio alle infezioni. Con la crescita, i bambini cominciano poi a entrare in contatto con patogeni nuovi – ad esempio all’asilo o a scuola – a cui l’organismo non è ancora preparato: un intestino ricco di batteri “buoni” aiuta a combattere le infezioni. Per avere informazioni specifiche in merito alla tipologia e al dosaggio di integratori e alimenti probiotici è consigliabile rivolgersi al pediatra.
Perché assumere probiotici regolarmente
I probiotici possono vivere temporaneamente nell’intestino, ma non sono in grado di colonizzarlo per lunghi periodi: ecco perché, per sfruttare al meglio tutti i benefici, è necessario assumerli in modo continuativo, almeno per qualche settimana.

Cibi e integratori: dove possiamo trovare i probiotici
I probiotici esistono in moltissime formulazioni. Si possono trovare in alcuni cibi fermentati, che contengono naturalmente microbi vivi. Ne è ricco il latte fermentato, che si trasforma proprio grazie all’azione dei batteri (esempi sono il kefir o lo yogurt). Gli alimenti probiotici hanno però lo svantaggio di dover essere consumati entro un certo periodo di tempo e conservati in frigorifero in quanto prodotti facilmente deperibili. Inoltre, stabilire quantità e qualità dei batteri presenti può essere estremamente difficoltoso. Per ovviare a questi inconvenienti si possono utilizzare gli integratori di probiotici, normalmente più stabili in termini di quantità di microrganismi e con il vantaggio di poter essere conservati a lungo. Inoltre, si ha la possibilità di scegliere esattamente quanti e quali assumere, in base a quello più adatto alle proprie esigenze. 






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