giovedì 9 aprile 2020

Il fumo aggrava il Covid ? Ecco lo studio sui rischi

Il fumo aggrava il Covid ? 

Ecco lo studio sui rischi




Secondo una ricerca, la molecola Ace-2 che consente "l'ingresso" del Covid nelle vie polmonari è particolarmente elevata in chi fuma e chi soffre di broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). 


In questi soggetti, il virus può essere più aggressivo ma c'è una buona notizia: gli ex-fumatori presentano livelli bassi come chi non ha mai fumato

Ex-fumatori avvantaggiati


Uno studio condotto alla British Columbia University ed al St. Paul’s Hospital di Vancouver, in Canada, dimostra che i fumatori e coloro che soffrono di broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) presentano livelli elevati di una molecola chiamata “enzima di conversione dell’angiotensina II” (Ace-2). Proprio l' ACE 2  è un punto d'accesso che consente al virus Sars-Cov-2 di entrare nelle cellule polmonari e causare l'infezione.
Come si legge sul Corriere la ricerca, pubblicata sulla rivista specializzata European  Respiratory  Journal  concede una speranza in più a chi decide di smettere: i livelli d Ace-2 negli ex-fumatori sono notevolmente più bassi rispetto a quelli presenti in coloro che continuano a fumare.





La malattia

Ma cos'è la broncopneumopatia cronica ostruttiva? È una malattia dell'apparato respiratorio caratterizzata da un'ostruzione irreversibile delle vie aeree, di entità variabile a seconda della gravità ed è strettamente correlata al fumo di sigaretta che ne rappresenta la causa principale. Oltre all'ostruzione, si associa un'infiammazione progressiva del tessuto polmonare con conseguente difficoltà nel respirare, a livelli più o meno gravi.


"I dati che osserviamo dalla Cina suggeriscono che i pazienti con Bpco hanno un rischio maggiore di esiti peggiori da Covid-19 — conferma Janice Leung, l’autrice dello studio - Abbiamo ipotizzato che ciò sia dovuto ai livelli elevati di Ace-2 nelle vie aeree, che potrebbero forse rendere più facile l’ingresso del virus e lo sviluppo dell’infezione".




Lo studio

Il team di ricerca ha analizzato alcuni campioni prelevati dai polmoni di 21 pazienti affetti da Bpco e di 21 persone in salute, ha misurato il livello di Ace-2 e lo ha confrontato con specifiche situazioni distinguendo tra soggetto fumatore, ex fumatore o che non aveva mai acceso una sigaretta. Il risultato è stato chiaro: i livelli più elevati di Ace-2 sono stati osservati nei pazienti con Bpco, ma anche nei fumatori.
I ricercatori, hanno successivamente confrontato le loro conclusioni con due studi precedenti condotti su 249 persone (anche in questo caso suddivise tra fumatori, ex fumatori e non fumatori) avendo la conferma che i livelli della molecola Ace-2 sono particolarmente alti nei soggetti che fanno uso di tabacco ed inferiori in coloro che non hanno mai avuto il vizio o che hanno smesso.

"Smettere di fumare"

«I pazienti con Bpco dovrebbero attenersi rigorosamente al distanziamento sociale e all’igiene delle mani consigliata per prevenire l’infezione — afferma Leung, che sottolinea come chi ha smesso di fumare torna quasi ai livelli di chi non ha mai acceso una sigaretta - Abbiamo però scoperto che gli ex fumatori hanno livelli di Ace-2 simili rispetto a chi non ha mai acceso una sigaretta. Questo dato suggerisce che non c’è mai stato un momento migliore per smettere di fumare, anche per proteggersi da COVID-19".




Se da un lato gli studi mettono in guardia i fumatori, dall'altro non si è ancora trovata la possibilità di modificare questa molecola per far guarire i malati di Covid. "Lo studio fornisce alcune informazioni interessanti sul perché alcune persone potrebbero essere più a rischio di altre - afferma Tobias Welte, della European Respiratory Society - non ci dice, però, se è possibile manipolare i livelli di Ace-2 per migliorare la sopravvivenza nei pazienti con infezione da Covid-19 (con farmaci chiamati Ace-inibitori, ndr) o se questo potrebbe fare la differenza nei pazienti con Bpco".
In attesa di una risposta, chi fuma ha già la risposta.



























Un aiuto a proteggere i polmoni dal danno del fumo
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Miscela di nutrienti a supporto di varie funzioni dell’organismo.
























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  • La vitamina C, la vitamina E ed il selenio contribuiscono alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo.
  • Lo zinco contribuisce alla normale sintesi del DNA.
  • La riboflavina contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo ed al mantenimento di globuli rossi normali.
  • Il magnesio contribuisce alla normale sintesi proteica ed interviene nel processo di divisione delle cellule.
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  • Il cromo contribuisce al normale metabolismo dei macronutrienti ed al mantenimento di livelli normali di glucosio nel sangue.
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